Le azioni ENI sono da sempre considerate come uno dei migliori investimenti da fare nel lungo periodo tra le blue chip italiane.
Questo perchè l’azienda è molto grande, molto ben strutturata, è proprietà dello Stato italiano ma sopratutto da degli ottimi dividendi. Oggi cerchiamo di capire dopo tutte le vicende che l’hanno anche coinvolta in prima persona se comprare azioni ENI per tenerle un po’ di tempo è ancora così conveiniente come qualche anno fa.
ENI in questi anni ha diversificato molto ed è presente in quasi tutto il mondo e in quasi tutti i tipi di energia, dalla ricerca in laboratorio, all’estrazione di petrolio, raffinazione, distribuzione, fotovoltaico, idrico, eolico, ricerca per il nucleare iinsomma dato che è una grande azienda, giustamente non tralascia nulla.
Il prezzo del petrolio
I prezzi del petrolio hanno registrato un aumento significativo venerdì mattina a causa dell’escalation delle tensioni tra Iran e Israele, aggravate dalla potenziale minaccia di un attacco iraniano ai territori israeliani entro le prossime 24-48 ore. I rapporti del Wall Street Journal, provenienti dall’intelligence americana, hanno indicato questa crescente minaccia, che ha avuto un profondo impatto sui mercati petroliferi globali.
Sia il prezzo del petrolio greggio West Texas Intermediate (WTI) che quello Brent sono aumentati, con il WTI in aumento di 2,02 dollari e il Brent di 1,78 dollari al barile alle 9:20 ET. Questo aumento evidenzia come i prezzi globali del petrolio siano estremamente sensibili ai conflitti geopolitici, in particolare in Medio Oriente, che è un’area cruciale per l’offerta mondiale di petrolio.
La causa immediata di questa accresciuta tensione è stato un attacco aereo del 1 aprile, che ha preso di mira un consolato iraniano a Damasco, in Siria. Questo attacco aereo, attribuito a Israele, ha provocato la morte di diversi membri di alto rango del Corpo delle Guardie della Rivoluzione Islamica, tra cui due generali. L’Iran ha percepito questa azione come una provocazione diretta, spingendo a considerare azioni di ritorsione contro obiettivi israeliani. Questa escalation sottolinea la continua volatilità nella regione e il suo impatto diretto sui settori economici globali come il mercato petrolifero.
Israele è attualmente in massima allerta in previsione di possibili ritorsioni a causa delle recenti tensioni con l’Iran. Questa ansia fa seguito a un attacco aereo israeliano contro l’ambasciata di Teheran in Siria, che ha aumentato la possibilità di un contrattacco iraniano. Nonostante le prime indicazioni secondo cui l’Iran potrebbe cercare una riduzione della tensione per evitare ripercussioni globali, recenti rapporti di intelligence suggeriscono che l’Iran potrebbe ancora prendere in considerazione azioni di ritorsione. Il conflitto in corso tra queste due potenze regionali solleva timori su una più ampia stabilità regionale e sul suo potenziale impatto sugli affari internazionali, in particolare per quanto riguarda l’approvvigionamento energetico globale.
A seguito dell’escalation delle tensioni, i mercati petroliferi globali hanno reagito nervosamente, con significativi aumenti dei prezzi. Sia il benchmark del greggio West Texas Intermediate (WTI) che quello del Brent hanno visto un aumento di circa il 2% dei prezzi nel corso della giornata, con il greggio Brent che ha raggiunto i 91,56 dollari al barile e il WTI a 87,05 dollari al barile. Si tratta dei prezzi più alti osservati in quasi sette mesi, il che indica le preoccupazioni del mercato per una possibile interruzione della fornitura di petrolio a causa della situazione geopolitica in Medio Oriente. Questa situazione continua ad essere attentamente monitorata dagli analisti di mercato e dai governi di tutto il mondo, date le sue potenziali implicazioni sui prezzi dell’energia e sulla stabilità economica.
Analisi Tecnica delle azioni Eni
Dopo aver vissuto una giornata negativa, il titolo ha aperto in rialzo di 0,13 punti a 15,51, rispetto alla chiusura del giorno precedente. Tuttavia, a seguito di una certa pressione sulle vendite, alla fine ha chiuso in ribasso a 15,32, tra il minimo e la chiusura del giorno precedente, dopo aver raggiunto un massimo relativo di 15,69. Nel complesso, il titolo ha registrato un leggero calo dello 0,4%. Questo calo è stato accompagnato da un aumento significativo del volume degli scambi (+54,63%), che sostiene la forza del movimento al ribasso. Mentre la tendenza a medio termine rimane rialzista, la tendenza a breve termine è considerata neutrale. Ulteriore supporto alla positività a medio termine è fornito dalla posizione di chiusura del titolo al di sopra della media mobile lenta.
L’analisi tecnica rivela una guida operativa limitata dallo studio stocastico (40,3), mentre l’RSI a 63,7 indica una certa forza nella tendenza a breve termine, suggerendo una potenziale uscita dall’attuale incertezza. Per coloro che detengono posizioni, il titolo è attualmente a metà strada tra lo stop e il prezzo target (15,85). Per quanto riguarda l’avvio di nuove posizioni, l’analisi tecnica non supporta pienamente la strategia suggerita, rendendo alquanto incerto l’esito di eventuali nuove operazioni.
Opinioni personali
Secondo Noi ENI rimane una buona azione come lo era prima per fare un investimento su un’azione e tenerla per molto tempo, sfruttandone inizialmente gli utili e con il tempo la crescita, che a quanto pare c’è nonostante la variabilità del prezzo del petrolio.